Si è svolta a San Giorgio la Molara, nell’antico e suggestivo casolare di Tenuta Caretti, la prima giornata dimostrativa del progetto Bio.Gran.Sannio.
Ad accogliere agricoltori, agronomi e tecnici del settore, una trattrice con il primo prototipo creato in Italia per il vertical tillage: una macchina messa a punto dalla società VSD di Antonio e Claudio Vella per il progetto Bio.Gran. Sannio.
Tra gli obiettivi che il progetto si pone c’è il ripristino della naturalità dei suoli, il recupero della loro funzionalità, l’adozione di pratiche conservative e la gestione dei nutrienti minerali applicando principi di agroecologia.
La giornata, dunque entra subito nel vivo, con le tecniche di lavorazione con attrezzature tecnologiche a basso impatto, la scansione geofisica e la caratterizzazione dei suoli.
Un’occasione per fare il punto sull’avanzamento degli studi e del lavoro che il progetto sta portando avanti.
Un progetto nato dalle esigenze del territorio del Fortore Beneventano, dell’Alto Tammaro e parte del Titerno – storicamente votati al seminativo e alla cerealicoltura.
“Il fascino di questo progetto – dichiara Evelina Grifone, direttrice di Agricoltura è Vita Campania partner capofila – è dato proprio dalla sua multidisciplinarietà perché abbraccia diversi campi, dalla genetica, alla meccanica, all’agricoltura di precisione.”
Agricoltura è Vita Campania è un ente di formazione e consulenza per le aziende; nell’ambito del progetto Bio. Gran. Sannio ha dato il suo supporto al mondo della ricerca: il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università del Sannio, alla Genus Biotech – spin off dell’Università e l’Istituto Zooprofilattico di Portici che ben conoscono le problematiche dei luoghi e del territorio e che dunque rispondono in maniera concreta alle necessità aziendali e agricole.
Accanto all’ università e ai centri ricerca, un ruolo fondamentale viene svolto dagli agronomi, figure centrali e imprescindibili per il territorio.
“Per questo motivo – continua la direttrice Grifone – riteniamo importante la loro presenza alle giornate dimostrative e a tutti gli appuntamenti relativi ai progetti di innovazione che investono il territorio.
Giuseppe Martuccio ha portato il saluto del presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Benevento Angelo Marino, e nel suo intervento ha focalizzato l’attenzione sul concetto di agricoltura sostenibile, sulla necessità di suolo e l’aumento della popolazione, sui cambiamenti climatici e l’urgenza di adottare tecniche di agricoltura innovative – di cui il progetto Bio. Gran. Sannio. è precursore per il territorio.
Nicola Fontana dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, facente parte del Team di monitoraggio e collaudo della Misura 16.1 azione 2 a sostegno di progetti operativi di Innovazione si ritiene soddisfatto dei risultati raggiunti dal progetto che “si è distinto fin da subito per il suo approccio botton up in quanto unisce e interseca tra loro le tre anime di processo, di prodotto e di innovazione che sono proprie della Misura 16.”
Anche la Referente dell’Osservatorio Regionale Agricoltura di Precisione Lucia Coletta ha manifestato il suo apprezzamento: “ben vengano progetti come questo, che vanno nella direzione dell’agricoltura di precisione. É importante che vengano divulgati i risultati affinchè diventino una pratica conosciuta da tutti”.
La Campania è tra le poche regioni italiane che – ha spiegato la dott. Coletta nel suo intervento – utilizzando le misure del Psr 14-20, stanno cercando di costruire reti secondo il ‘modello’ Akis (acronimo di ‘Agricultural Knowledge and Innovation Systems), al quale la Politica agricola comune (Pac), riconosce un ruolo decisivo per il conseguimento di ambiziosi obiettivi quali promuovere un settore agricolo smart (intelligente) e resiliente, sostenere la cura per l’ambiente e l’azione per il clima nonché stimolare la crescita e l’occupazione nelle aree rurali.
Il progetto Bio.Gran Sannio ha come obiettivo la salvaguardia della biodiversità cerealicola mediante processi produttivi sostenibili di precisione e la produzione di semole e farine con importanti proprietà nutrizionali e nutraceutiche.
È un progetto di approccio globale che tiene conto della specificità del territorio sul quale agisce: i terreni argillosi dell’appennino.
I nostri suoli – ha spiegato Carlo Coduti, responsabile provinciale per l’insediamento dei giovani in agricoltura (Mis. 6.1.1 -4.1.2) della Regione Campania – in cinquant’anni hanno subito sostanziali modifiche e la conseguente riduzione di sostanza organica, per questo il progetto Bio. Gran. Sannio. ha messo in campo due azioni importanti: lo studio e la verifica della variabilità dei suoli e nuove lavorazioni con tecnologie a basso impatto”.
Le analisi dei suoli sono state effettuate da Agrodigit, una startup sannita, il cui obiettivo è sviluppare modelli sostenibili e trasferibili di agricoltura di precisione.
Nel suo intervento tecnico, Valentino Salvatore, amministratore di Agrodigit, spiega la tecnica di mappatura digitale dei suoli con sensori geoelettrici che consente di ottenere in maniera precisa sia le caratteristiche fisiche che chimiche, raccogliere molti dati e zonare accuratamente i suoli, al fine di individuare delle microzone all’interno dello stesso appezzamento da poter gestire in maniera differenziata.
Si è partiti dalla caratterizzazione genotipica dei grani, passando all’analisi dei suoli, alle lavorazioni minime con attrezzature innovative, fino alla individuazione delle migliori tecnologie di conservazione e stoccaggio.
“Oggi abbiamo fatto il punto sul progetto e sono davvero molto soddisfatto – sottolinea Il responsabile Scientifico il prof. Pasquale Vito, docente di Genetica presso l’Università degli Studi del Sannio – abbiamo riassunto quelle che sono le iniziative del progetto che nella sua struttura olistica analizza tutta la filiera dei grani locali, dalla caratterizzazione del terreno a quella del prodotto.”